Cerca nel blog

sabato 19 settembre 2015

Devozione    impropria.

 
Non molto tempo fa una collezione antica di santini e oggetti devozionali è stata messa in vendita da un antiquario di Seehausen in Germania. Fra i preziosi fogli di Santi e Sante, disparati e rari sia per il soggetto, sia per la tecnica di riproduzione (incisioni, miniature, ecc.), se n’è trovato uno veramente insolito. Si tratta della bella xilografia che, se non erro, compare in una edizione delle Indulgentiae ecclesiarum principalium urbis Romae, stampata a Roma nel 1499 dal tipografo Stephan Plannk. Accuratamente ritagliata lungo i bordi e, quindi, incollata su un cartoncino più rigido, con i suoi 104 x 64 millimetri, ha potuto identificarsi con un ordinario santino.
Come si trova questa immagine in una raccolta apparentemente di tutt’altro genere?
L’incongruenza è, forse, solamente apparente.
Le edizioni delle Indulgentiae, collegate a quelle dei Mirabilia Romae, pubblicate a stampa decine di volte (contate sino a 130) tra gli ultimi decenni del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento, erano destinate ai pellegrini che visitavano Roma per motivi prevalentemente religiosi. Questi libri erano di piccolo formato (l’edizione del Plannk citata è in 8°) e destinati ad uso di guida maneggevole per le chiese e i monumenti della città. Sottoposti a un quotidiano logoramento, questi libricini, compiuta la loro funzione, finivano in abbandono tra i ricordi del viaggio, trasformandosi spesso in ghiotti bocconi per i topi o in terreno di coltura per le muffe di soffitte e cantine dei buoni cristiani d’Europa. Gli esemplari di queste edizioni, scampati a questo triste destino, sono assai rari e molto ricercati da studiosi e collezionisti (ergo dagli antiquari!).
In una vendita di Christie's a Roma nel 2002 un esemplare ha raggiunto 18.600,00 Euro (http://www.christies.com/LotFinder/print_sale.aspx?saleid=17944).
 
Il devoto pellegrino, che maneggiò il volumetto delle Indulgentiae, tornato a casa (in Germania?) e non senza aver acquisito tutte le indulgenze possibili, accantonò la guida, salvo poi ricordarsene quando, devoto com’era, decise di mettere in ordine la sua ricca raccolta d’immagini di Santi e Sante. Egli, poiché nel testo al verso dell’immagine l’imperatore Costantino è definito Sanctus, deve aver creduto che la figura coronata e inginocchiata si riferisse a lui e, quindi, non gli parve vero d’includere nella sua raccolta il “Santo Imperatore”. Ritagliò, quindi, la figura della guida ormai inservibile e la applicò su un cartoncino per renderla più simile a un santino.
Si deve, perciò, a questo fervore religioso, accoppiato a una “Santa Ignoranza”, l’impropria identificazione di quella figura inginocchiata in un tempio, con lo sfondo delle cupole e dei campanili della Santa Città, al di sopra della Lupa che allatta Romolo e Remo.
Gli studiosi moderni sono orientati a identificare l’immagine come quella di Rea Silvia, sacerdotessa e vestale che fu madre di Romolo e Remo.
Riporto la trascrizione del testo che si legge dietro la xilografia e che costituisce in realtà il frontespizio dell’edizione (c.1 r). La data esatta in cui l’esemplare fu pubblicato non è facilmente precisabile. L’unica strada è quella di confronto con altri esemplari, eventualmente conosciuti e sparsi nelle biblioteche di tutto il mondo, il numero delle righe e la disposizione del testo e degli a capo, oltre naturalmente al carattere tipografico.
 
In isto opusculo dicitur quomodo\\
Romulus et Remus nati sunt et edu-\\
cati. Et postea Romulus factus est\\
primus Romanorum rex et condi-\\
tor Romane urbis, quomodo et quamdiu ipse et\\
successores sui rexerunt. Et etiam de imperatoribus\\
Romani imperii qualiter imperaverunt a primo\\
Iulio Cesare usque ad tempus Constantini ma-\\
gni imperatoris. Quomodo Constantinus a\\
lepra est curatus, et a beato Silvestro baptiza-\\
tus. Quomodo sanctus Constantinus ecclesiam\\
Romanam dotavit beato Silvestro omnibusque suis\\
successoribus Romanis Pontificibus totam It-\\
taliam, omnes provincias occidentales, regio\\
nes, loca, civitates, insulas que circa Italiam\\
sunt pio affectu dedit. De indulgentiis omnium\\
ecclesiarum et reliquiis que Rome existunt. De\\
stationibus in eisdem per circulum anni etc.\\
 
(continua)