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mercoledì 6 gennaio 2010

Un ‘dolce residuo’ del culto di San Nicola, Vescovo di Mira


   Nel post del 5 Dicembre scorso ho mostrato un frammento di codice medioevale che contiene l'incipit della vita di San Nicola, vescovo di Mira, il cui culto in Occidente, iniziato a Bari, si è diffuso in tutta l'Europa. Il Santo è ricordato nella liturgia cattolica del 6 Dicembre. Per commemorare l'episodio della sua vita in cui si racconta del dono di tre mele d'oro a tre fanciulle povere, in occasione della sua festa si facevano doni ai bambini. Con la festa di San Nicola siamo già nel periodo dell'Avvento e delle feste del Santo Natale. Nei Paesi Settentrionali, com'è ampiamente noto, la tradizione originale di questo culto è andata via via deformandosi e ha trasformato San Nicola nel vecchio barbuto e rubizzo di Babbo Natale, che arriva sulla slitta trainata dalle renne e con un sacco pieno di doni sulle spalle.

   Tuttavia l'immagine del Santo Vescovo non è sparita del tutto. Pur se la Riforma religiosa ha abolito nel culto e nelle chiese l'immagine dei santi, quella di San Nicola sopravvive curiosamente nello stampo di questi spekulatius, confezionati nella Germania Settentrionale. Gli spekulatius, deliziosi biscottini alla cannella, al cioccolato o al burro, sono decorati con stampi che riproducono figure di animali, di personaggi, di oggetti e fanno parte dei dolci caratteristici  che si regalano ai bambini nel periodo natalizio. In questo caso la figura impressa riproduce quella di un Vescovo, con mitria, pastorale e vesti pontificali, delineata in forma compendiaria ed essenziale, ma perfettamente riconoscibile. Chi altri può essere il Vescovo raffigurato se non San Nicola, Vescovo di Mira? L'immagine del Santo appare quale un tenace residuo iconografico dell'antico culto. Ma attraverso gli spekulatius che lo raffigurano, il Vescovo Nicola, pur se la leggenda della sua vita resta relegata nei libri antichi e dotti, continua a distribuire dolcezza e letizia a tutti.